Google Streetview camera car a Vigevano

Ok, diciamo che magari non è che importi poi a tutti, però è la seconda volta, l’ultima ieri, che incrocio questa macchina per le strade di Vigevano (PV).

Che c’è di strano? E’ che vedendola da lontano ho pensato:

“Mmmm…che macchina strana. O quello la sopra è un altoparlante, e non lo è, oppure quella è una macchina di Google intenta a fotografare le strade.”

Che dite? Devo iniziare a preoccuparmi? Finirò per interpretare la realtà solo attraverso il paradigma della rete?

[Foto da Online Marketing Blog]

Google experimenting with search boxes within a search

Google inner search box

What Google doesn’t seem to realize are the implications of endless searches within searches, which if used maliciously could theoretically lead to the implosion of the web as we know it and a possible Singularity state, where the internet through billions of iterative searches becomes self aware and all absorbing.

Affascinante…

[Via ArsGeek]

Qmail finalmente in pubblico dominio

Shhhhh….pare che D. J. Bernstein si sia deciso a rilasciare in pubblico dominio tutti i suoi lavori, passati e a venire. Ciò implica anche l’ottimo Qmail server di posta elettronica noto per la sua sicurezza, velocità e affidabilità.

La stoffa di Bernstein si vede fino all’ultimo bit di codice, creato per fornire una elaborazione a stadi in cui ogni compartimento tratta il precedente come untrusted, fornendo quindi un ambiente un po’ paranoico, ma decisamente poco vulnerabile a eventuali attacchi.

Il focus sulla sicurezza è sempre stato, dopo tutto, ciò che ha da sempre attirato l’attenzione dell’autore che finora si è sempre rifiutato di rilasciare i sorgenti in una qualsivoglia licenza che ne permettesse la libera modifica e la sua ridistriuzione con le modifiche applicate.

Questa, quindi, la ragione principale per il fiorire, nel tempo, di decine e decine di patch che ne modificassero i sorgenti: ogni cambiamento doveva finora rimanere confinato in una patch esterna, applicabile a rischio e responsabilità dell’utente.

Il risultato è che, mancando uno sviluppo ufficiale di Qmail da ormai molti anni, i vari programmatori ne hanno esteso le funzionalità di base a colpi di patch esterne, dando origine a un dedalo di modifiche decisamente difficile da gestire: non solo si devono scegliere le patch, ma bisogna applicarle in un ordine preciso, altrimenti le varie modifiche vanno a “pestarsi i piedi” e rendono impossibile la compilazione del programma.

Da ciò, anche, la nascita di progetti come netqmail, ovvero Qmail già fornito di alcune patch. Lodevole, ma non la soluzione migliore. Ormai il codice di base di Qmail risente degli anni, non tanto per le prestazioni o la sicurezza, ma per le nuove funzionalità apparse sulla scena dopo il suo rilascio e volte a estendere le capacità dei server smtp, vedi SPF per esempio, mai incluse nel codice originale.

Ora, con il rilascio in pubblico dominio di Qmail la speranza che le varie patch confluiscano omogeneamente nel codice principale non sono poi peregrine. Occhio, però, a ciò che Bernstein stesso dice nella pagina dedicata alle informazioni rivolte a chi voglia redistribuire Qmail:

Se siete dei distributori, dovreste iscrivervi alla mailing list qmaildist.

Io pongo il pacchetto qmail (in particolare, qmail-1.03.tar.gz, con MD5 checksum 622f65f982e380dbe86e6574f3abcb7c) in pubblico dominio. Siete liberi di modificare il pacchetto, distribuirne versioni modificate, etc.

Ciò non significa che le modifiche siano incoraggiate! Per favore, prendetevi del tempo per assicurarvi che la vostra distribuzione di qmail supporti esattamente la stessa interfaccia usata da chiunque altro. In particolare, se spostate dei file, per favore introducete dei link simbolici dalle posizioni originali, così che non porterete per leggerezza al mal funzionamento di quegli script che funzionano da ogni altra parte.

Su Google trovate il video in cui D. J. Bernstein annuncia il rilascio in pubblico dominio dei suoi lavori.

Della formale informalità di Google

Un mio commento a un post di Napolux.

Giusto una chiosa. Ai tecnici di Google, ovviamente, a naso, tutti programmatori, è stato evidentemente chiesto di interagire informalmente con i partecipanti.

Devo dire che mi ha fatto piacere vedere uno dei programmatori di Google infilarsi nel capannello fatto da DElyMyth, Fullo, Gioxx, me e altri in terrazza, presentarsi con un sorrisone e chiederci chi eravamo, se ci era piaciuto e se avevamo delle domande e, nel caso, chiedere a chiunque di loro qualsiasi informazione.

Senza contare Matteo Flora che, a fine evento, si è presentato al bar qulche via più in là con un altro programmatore, per un lungo aperitivo privato.

Dopo due birre medie e un Negroni, mmmm….si mi pare fosse un Negroni, non siamo riusciti a estorcergli alcunché riguardo al Gphone. Mi è toccato lavorare sulla consecutio temporum e sulle doppie negazioni per dedurne che l’oggetto esiste.

In compenso, la chiacchierata è stata davvero piacevole per la qualità del capannello (DElyMyth, Fullo, Matteo…), la disponibilità del programmatore e gli argomenti, googlistici e non, di cui si è discusso.