Mac a dimensioni scontate

Un milione di anni fa…o forse due, c’era un computer che faceva strabuzzare gli occhi.

Bello e impossibile.

Bello, di un’interfaccia minimale ed elegante. Bello di una facilità d’uso ineguagliata. Impossibile, a un costo al di fuori della portata dei più.

Old Mac screenshot

Beh, si, insomma, ci siamo capiti. E’ il Mac, troppo bello per essere alla portata di tutti.

E, infatti, noi tutti ci siamo sorbiti il mondo pc. Sistemi operativi instabili e imbizzarriti, interfacce approssimative, compatibilità aleatoria, in ginocchio di fronte ai driver forniti dai produttori.

Insomma, il dilemma può essere riassunto in questo modo:

Computer semplice da usare -> Bello a vedersi -> Hardware e sistema operativo prodotti dalla stessa azienda -> Prezzi decisamente alti – Mac

Computer difficile da utilizzare -> Un po’ pacchiano -> Hardware prodotto da chiunque, sistema operativo pure -> Prezzi bassi – PC

In effetti, il Mac è un sinolo fra materia, hardware, e forma, sistema operativo. Quando si parla di Mac, la maggior parte delle volte si intende un pezzo di metallo e silicio costruito in simbiosi con un sistema operativo che ne conosce i più reconditi meandri. Non c’è bisogno di cercare driver di terze parti, tutto è fatto da Apple e preinstallato prima di consegnare il prodotto all’utente. Non c’è problema di incompatibilità tra periferiche, sono tutte fornite dallo stesso produttore. Non c’è pericolo che un programma non funzioni, o funzioni lentamente sulla piattaforma consigliata. Quella è e quella rimane.

Con i PC il discorso cambia. E’ figlio del liberalismo selvaggio: una scheda la faccio io, una periferica tu, io sto in Cambogia, tu stai a Berlino, il driver lo metto qui e tu non lo trovi li. Il sistema operativo è Windows, in una delle mille versioni, oppure Linux, oppure chissà che cosa e per ogni sistema e ogni versione, ogni produttore di periferiche dovrà fornire l’apposito driver, ogni volta lo stesso, diverso per ognuno. E, se anche riusciste ad avere tutto, una volta assemblato il metallo, non è detto che questi non inizi a stridere: la scheda audio va in conflitto con gli interrupt usati da quella video, gli irq di vattelapesca sono gi? utilizzati dal mouse, oppure la scheda di rete inchioda il modem. Insomma, liberi e belli, nell’agone selvaggio del liberalismo post moderno. Però paghiamo di meno, il resto ce lo mettiamo in nervi, salute e periferiche incompatibili cestinate.

Non che un prodotto monolitico sia in assoluto meglio: paghiamo di più e abbiamo meno voce in capitolo, siamo costretti a prendere col sorriso fra le labbra tutto quello che il produttore ci propala, bello o brutto che sia.

Ora, Apple ha deciso di sedurre i più, gli snervati del mondo pc, che vorrebbero qualcosa di carino sulle scrivanie e di poco problematico.

Apple Mac Mini frontale

La trovata, devo ammetterlo, non è male. 499 euro, e qualcuno mi spieghi perché Apple continua ad adottare un cambio 1:1 fra dollaro ed euro, per avere un bel computer e anche poco ingombrante con i suoi 16,51 cm di base per 5,08 di altezza.

Apple Mac Mini mani

Bello?

Bello a vedersi, sicuramente, “stiloso” come direbbe qualcuno, nella prospettiva trendy che accomuna tutti i prodotti Apple.

Bello come sistema operativo Mac OS X, un bel derivato BSD Unix-like.

Apple Mac Mini retro

Bello con il suo processore non proprio nuovo fiammante e la scheda grafica non proprio potente.

Apple Mini motherboard upfront

Però, l’idea non è male. Nella scatola trovate un adattatore VGA per potere usare il monitor che avete già in casa, senza dovere acquistare uno schermo Apple, mentre per mouse e tastiera potete recuperare quelli che avete, basta che siano usb.
Infine, vi ritrovate con la suite iLife, che comprende un lettore DVD, un programma per gestire le vostre foto, un’applicazione per creare video, un’altra per giocare a scrivere e registrare musica e, infine iTunes. Insomma, ce n’è da divertirsi.

Se, intanto, volete andare a vedere come qualche puntiglioso tedesco ha dissezionato, giocandosi la garanzia, il Mac mini, potete dare un’occhiata al sito Macnews.de

Apple Mini motherboard downfront

Il modello base, quello da 499 $, per intenderci, è equipaggiato con un hardware minimale:

    Modello: M9686*/A
    Processore: PowerPC G4 a 1,25GHz
    Memoria: 256MB di SRAM DDR PC2700 (333MHz), supporta fino a 1GB
    Grafica: ATI Radeon 9200 con 32MB di SDRAM DDR e supporto AGP 4X
    Disco rigido: 1 Ultra ATA da 40GB1
    Unit? ottica: Unit? Combo (DVD-ROM/CD-RW) con caricatore automatico
    Porte: Una porta FireWire 400; due porte USB 2.0; uscita DVI; uscita VGA (adattatore incluso)
    Connessione in rete: Ethernet 10/100BASE-T e modem v.92 a 56K integrati Wireless AirPort Extreme opzionale (conforme alle specifiche 802.11g; certificata Wi-Fi IEEE 802.11b); modulo Bluetooth disponibile come opzione BTO
    Audio: Uscita cuffie/audio
    Software di sistema: Mac OS X versione 10.3 Panther, include ambiente Classic, Mail, iChat AV, Safari, Sherlock, Rubrica Indirizzi, QuickTime, iSync, iCal Software iLife ?05 (include iTunes, iPhoto, iMovie, iDVD e GarageBand), AppleWorks, Nanosaur 2, Marble Blast Gold e Apple Hardware Test

Dalle prime recensioni online, pare che il modello base, con solo 256 Mb di ram, sia afflitto da un disco rigido alquanto lento. Il che, tradotto in parole povere, da origine alle seguenti equazione equivalenze:

Poca RAM = Molto uso della memoria virtuale, quindi molta scrittura sul file di swap.

Molta scrittura su file di swap + disco lento = Sistema lento, specialmente con qualche applicazione in più aperta.

Ok, insomma, bello, divertente e multimediale. Ma non proprio un scheggia.

Come utente pc adorerei passare un po’ di tempo con una scatola proprietaria che fa tanti suoni e tante belle immagini.

Ok, ora esco e vado a comperare una Xbox. Costa meno e rende di più.

Spariglio o non spariglio?

Ah, si lo voglio.

No, dai, è un bene voluttuario, totalmente inessenziale, una spesa inutile.

99 euro per la versione da mezzo Gb, 149 euro per quella da 1 Gb…

Apple Ipod Shuffle

    Batteria ricaricabile con autonomia di 12 ore
    22 grammi
    8,4 mm di spessore
    Connettore USB integrato
    Portabadge
    Auricolari Apple
    Riproducete documenti MP3, AAC e audiolibri
    Trasferite i brani in iPod shuffle alla velocità della luce via USB 2.0
    Ricaricatelo in quattro ore via USB o alimentatore opzionale
    Archiviate documenti insieme alla vostra musica

Piccolo, minimale, con giusto qualche tasto per muoversi fra i file musicali, senza visore ma abbinato a un software che consente di riempire al meglio la memoria dello Shuffle in base alla libreria di brani in vostro possesso.

E ha anche un piccolo interruttore che consente di avviare la riproduzione casuale dei file.
E fa anche da memory stick usb 2.0

Apple Ipod Shuffle naked

Intanto, se volete vedere come ? fatto lo Shuffle internamente, potete fare un salto su AppleMatters e farvi un tour all’interno, ma veramente all’interno, di questo prodottino.

Insomma, volutamente essenziale, snob quanto basta, utile, con l’aria di non esserlo.

Uh, che faccio? Lo prendo?

L’ora fugge e non si ritrova

Il tempo riveste, nella nostra società, un aspetto mitico, implacabile, ineluttabile, una corsa senza tempo verso il tempo della fine. Insomma, date tempo al tempo e vi ritroverete senza tempo.

Giusto, non vi pare?

Urge, quindi, tenere sott’occhio il tempo per impedirgli strani giochetti, scherzetti, frizzi, lazzi e motivetti, insomma, vi serve un orologio che vi dica l’ora dell’ora del presente.

Se siete rimasti indietro con l’orologio, sospesi fra il presente e gli anni ’70, non potrà che piacervi lo stupendo orologio a L.E.D. qui sotto, molto retrò e decisamente poco pratico:

Orologio Diode

Tradizionalmente metallico, con dei bellissimo diodi rossi (quanto li adoro), DIODE della Saishin arriva direttamente direttamente dal Giappone con ben 84 punti luminosi sul quadrante. Luminosi? Si, tanto da poter essere facilmente visti anche in pieno giorno.

Ma come leggerlo? Allora…i diodi si illuminano uno dietro l’altro fino a quando raggiungono l’altezza dell’ora e dei minuti indicati, per poi fermarsi un attimo e ridiscendere a zero. Molto Hi-Tech, nemmeno troppo difficile.

Unixsex, ooops, unisex, l’orologio misura 3,5 cm quadrati e fa il suo bell’effetto fashion vintage al polso della persona più ricercata, come a quello del più imbranato.

E dire che non costa nemmeno troppo…102.58 euro. Ahem…insomma…meno di un Cartier…accattatevillo.

Orologio Star Performer

Preferite qualcosa di più criptico? Più matrixiano, colorato, puffettoso e anni ’80?

Allora, Star Performer di Pimp è l’orologio per il vostro polso.

Piccolo corso per capire cosa accade sullo schermo dell’orologio (quando ci vuole, ci vuole):

L’orologio mostra le funzioni attivate, illuminando il numero nella colonna relativa. Ad, esempio, nella foto in questa pagina, l’orologio mostra le 06:02 PM. Da notare che l’ora pomeridiana è indicata dallo chiccosissimo bicchiere di Martini in alto, illuminato.

Le quattro icone nella prima riga in alto, indicano le modalità selezionate e rappresentano un Orologio, il Sole, il segno del dollaro $ e un bicchiere di Martini.

L’orologio rappresenta l’ora e, in modalità 12 ore, viene coadiuvato dal bicchiere di Martini per indicare il Post Meridiam.

Il sole rappresenta il giorno e la data: le cifre dall’1 al 7, sulla sinistra indicano i giorni, ovvero l’1 è la Domenica e il 7 il Sabato, fate voi per i giorni nel mezzo. Le due colonne a sinistra rappresentano, per infine, i giorni.

L’icona del dollaro $ rappresenta l’anno e suggerisce la speranza di fare sempre più soldi, anno dopo anno.

E, infine, la modalità Pimp, che accende tutte le luci come in un carosello, attiva automaticamente alle 7 del pomeriggio fino all’1 del mattino. E nemmeno potete disattivarla…Numeri e icone che si accendono e spengono, quasi che l’orologio fosse impazzito…notevole.

Altra bizzarria, se dall’1 AM fino alle 7 PM premete il tasto per visualizzare l’ora, l’orologio si accenderà ogni minuto, per 12 minuti.

Misure: 2,9 cm di larghezza, 5,5 di lunghezza e 1.1 cm di spessore.

Andatelo a prendere qui, l’unico posto a rivenderlo fuori Giappone. Ah, costa solo 118.08 euro.

MyFi, il primo radio walkman satellitare è fra di noi

Le radio via internet e anche quelle satellitari sono una vera e propria manna. Diciamolo.

A differenza delle radio in FM che spopolano nel patrio etere, queste stazioni che viaggiano su media alternativi sono decisamente più varie e mettono a disposizione dell’ascoltatore canali dedicati alle “peggio” cose.

Peggio cose? Beh, diamo un’occhiata ai canali di XM, una radio satellitare con oltre 2 milioni di iscritti:

  • Special X Pop & Hits – Just Plain Wierdness
  • The Torch – Christian Christian Music that Rocks
  • Bluegrass Junction Country – From Bluegrass to Newgrass
  • Si, lo so, non ne potete fare a meno! Ma prima o poi uscirete di casa, non avrete sotto mano un ricevitore satellitare radio o internet e dovrete soffrire nel dolore di non poter sentire cotanta bellezza.

    MyFi

    Ora, se proprio volte farvi male, sappiate che Delphi ha prodotto MyFi, il primo ricevitore radio satellitare walkman, fatto apposta per sintonizzarvi sui canali di XM.

    C e n t o t r e n t a canali di musica a portata di mano e 5 ore di registrazioni direttamente sul disco da 128 Mb incorporato, giusto per non perdersi lo spettacolo in caso di mancata copertura.

    Siete contenti? Si? Ok, iniziate a sborsare 350$. Contenti? Si? Ok, iniziate a sborsare 10$ al mese per l’abbonamento ai vari canali radio.

    Contenti? Si? Ma…insomma…ancora non avete imparato?

    EUUIUA le suonerie giapponesi!

    Se tutte le suonerie fossero così…ad averne!

    Cosa? Ahem…iniziamo con una testimonianza…

    Ragazza giapponese

    Ho ascoltato la suoneria per una intera settimana, pensando che fosse un imbroglio”, queste le parole di Chieri Nakayama diciannovenne pin-up model. “Ma, incredibilmente, il mio torace è cresciuto da 87 a 89 centimetri!”

    Ma di quale suoneria stiamo parlando?

    Della suoneria accresci seno creata da Hideto Tomabechi, famoso per avere curato, una decina di anni fa, alcuni adepti della setta AUM Shinrikyo, nota per l’attentato al Sarin nella metropolitana di Tokyo.

    Ma come funziona? Citiamo Hideto Tomabechi:

    “La maggior parte di voi penserà che si tratti di una menzogna, ma le tecniche impiegate nel processo [di accrescimento del seno n.d.r.] sono conosciute già da tempo e sono il risultato delle ricerche che ho condotto negli anni ’80 e ’90”.

    In pratica…

    “[Nella suoneria n.d.r] Utilizzo dei suoni che costringono la mente e il corpo a muoversi inconsciamente. E’ una tecnica che implica effetti subliminali”.

    E sono soldi, visto che le suonerie per i cellulari, o chakumero come sono chiamate in giapponese, sono diffusissime presso le decine di milioni di teenager del sol levante, tanto che le compagnie telefoniche per poche centinaia di yen al mese consentono di scaricare sempre nuove melodie per arricchire e ravvivare il proprio telefonino.

    Yuichi Tsujimoto, un portavoce di Mediaseek azienda che offre online la suoneria di Tomabechi, non nasconde la soddisfazione per il nuovo gingillo mediatico:

    “Non abbiamo dato alcun risalto pubblicitario alla suoneria, quindi penso che il suo successo sia dovuto a un vero e proprio passa parola”. Abbiamo addirittura ricevuto un’email da un utente che affermava di avere ascoltato la melodia ogni notte prima dia andare a letto e di aver visto crescere il proprio seno”.

    Dove sta, dove sta??? Ahem…mia cara…ho un regalino per te…firulì, firulà…