Netflix, più chiedi più tardi ottieni

Netflix logoNetflix è un’azienda dai numeri interessanti, con i suoi 4,2 milioni di utenti iscritti e 195 milioni di dollari di incassi, dovuti a un ingegnoso business: in pratica, sono il blockbuster domestico, in grado di spedirti comodamente a casa un certo numero di DVD al mese, a seconda dell’abbonamento sottoscritot, senza ulteriori spese di spedizione.
Bella pensata, paghi un fisso, ordini via internet, guardi, rispedisci, senza altri pensieri. Bella comodità fino a quando non scopri di chiamarti Manuel Villanueva e ti accorgi che rispetto a 2 anni e mezzo prima, quando hai sottoscritto un abbonamento da 17,99 dollari per avere 3 DVD al mese per volta a casa.
Una pacchia. Fino a poco tempo fa, Miguel si ritrovava fra le mani da 18 a 22 DVD per mese, a nemmeno 18 dollari. Peccato che ora, dopo la revisione delle regole di distribuzione adottate dal sistema automatizzato di gestione delle spedizioni, i DVD arrivati a casa siano scesi a 13. E anche per i DVD più popolari, quelli più recenti, Miguel si trova in coda: questi arrivano prima ai nuovi iscritti e agli utilizzatori meno assidui del servizio.
Ma cosa è successo? Beh, tutto il mondo è paese e Netflix ha reso pubbliche le regole guida cui sottostanno gli algoritmi di gestione delle spedizioni: questo a Gennaio 2005, quattro mesi dopo aver subito una class action per l’accusa di avere ingannevolmente promesso ai proprio iscritti la consegna in 1 solo giorno della maggior parte dei DVD in catalogo. In pratica, se sei un grande utilizzatore di Netflix, vieni messo in una condizione meno privilegiata rispetto ai nuovi utenti e a quelli che utilizzano sporadicamente il servizio.
Quindi, più apprezzi Netflix, più dimostri di utilizzare il servizio, più diventi un utente convinto, più in fondo alla coda rischi di trovarti. Eppure sono proprio gli utenti fidelizzati che costituiscono lo zoccolo duro, e costante nei pagamenti, sul quale sopravvive un business.
Che dire? I buoi non pascolano solo in Italia…

Non installate Google Desktop, dice EFF

EFF logo

A meno che configuriate Google Desktop con molta attenzione, e poca gente lo farà, Google otterrà copia delle vostre dichiarazione dei redditi, lettere d’amore, appunti lavorativi, file medici e finanziari e di qualsiasi altro documento di testo che il software Desktop possa indicizzare. Il governo potrebbe quindi richiedere questi file personali con un semplice ordine di comparizione, invece che un mandato, cui sarebbe costretta se decidesse di fare lo stesso a casa vostra o sul posto di lavoro e in molti casi non verreste nemmeno avvertiti in tempo per opporvi. Altre persone con cui foste in contrasto, vostra moglie, rivali o partner in affar, chiunque potrebbe anche tentare di eliminare chi si frappone (voi) e mandare un ordine di comparizione a Google per ottenere i vostri file.

Notevole vero? Se volete approfondire il discorso, potete leggere il comunicato della Electronic Frontier Foundation e, magari, farvelo tradurre in italiano da Google.

WordPress 2.01 e i feed impazziti

wordpress-logo.pngNon faccio in tempo a congratularmi con me stesso per l’upgrade indolore a WordPress 2.0.1, che jtheo mi fa notare che il mio feed ai post in realtà punta ai commenti. Strano, funzionava tutto, e ora? Ok, una rapida ricerca sul sito di WordPress conferma la presenza di questo tipo di bug nella versione 2.0.1.

Ora, vediamo come risolverlo. Entrate nella directory contenente i file del vostro blog e spostatevi in

wp-includes

Fate una copia di backup di classes.php. A questo punto, aprite il file

classes.php

e posizionatevi alla riga numero

1323

La riga riporta le seguenti istruzioni

$comments_rewrite = $this->generate_rewrite_rules($this->root . $this->comments_base, true, true, true);

Posizionatevi dopo l’ultimo true e aggiungete un

, false

La riga risultante è la seguente

$comments_rewrite = $this->generate_rewrite_rules($this->root . $this->comments_base, true, true, true, false);

Non rimane che forzare l’aggiornamento dei permalink, dal menu

Opzioni --> Permalink

Cambiate struttura dei permalink, sceglietene uno a caso, quindi aggiornate le modifiche, tornate a scegliere la precedente struttura, aggiornate e i vostri feed funzioneranno nuovamente in maniera corretta.